Concorrenza sleale dell’ex dipendente: quando si configura tale reato e come evitarlo

Per le società, la concorrenza dell’ex dipendente può rivelarsi molto problematica: chi è stato parte di un’azienda, infatti, ha una conoscenza approfondita delle sue dinamiche interne, del modo di fidelizzare i clienti e di procurarsene di nuovi, delle procedure operative, delle politiche di pricing, delle dotazioni strumentali e di tante altre informazioni che, una volta conclusa l’esperienza lavorativa, potrebbero purtroppo essere utilizzate anche in maniera impropria.
Concorrenza sleale dipendente: chi può attuarla?
Quando si parla di concorrenza dell’ex dipendente si tende subito a pensare alla concorrenza sleale dipendente dimissionario, ma in realtà ci sono anche altri casi che meritano analoga attenzione da parte dell’azienda. Anzitutto, va considerato che oggi tantissimi lavori sono precari, dunque la concorrenza sleale potrebbe essere attuata anche dal dipendente a cui è semplicemente scaduto il contratto.
Tale rischio, inoltre, non va circoscritto ai soli lavoratori che operano tramite un contratto di subordinazione, ciò significa che anche la concorrenza sleale ex collaboratore può costituire una minaccia e può comportare dei rischi altrettanto gravi.
Quando si configura un reato di concorrenza sleale?
Chiedersi quando si configura la concorrenza sleale dipendente è molto interessante, e la risposta è tutt’altro che scontata. Da un lato, infatti, è lecito il fatto che l’ex dipendente o ex collaboratore di un’azienda faccia fruttare il know-how maturato nelle sue esperienze lavorative, impiegandolo presso nuove aziende o anche tramite iniziative autonome, dall’altro però possono essere attuati molteplici comportamenti che sono assolutamente lesivi dell’azienda con cui il lavoratore ha avuto dei rapporti e che le consentono, per tale ragione, di adire le vie legali.
Particolarmente importante è, in questi casi, riuscire a dimostrare la sussistenza del reato, e lo Studio Legale Adamo suggerisce qui https://www.studiolegaleadamo.it/concorrenza-sleale-ex-dipendente-come-evitarla-e-difendersi, alcune soluzioni efficaci.
Delle perizie informatiche, ad esempio, possono dimostrare dei comportamenti disonesti dell’ex dipendente risalenti al periodo in cui era in azienda, dei commenti negativi verso l’ex datore di lavoro pubblicati sui social network possono sicuramente essere indice di avversità verso l’azienda dove ha prestato servizio, oppure se un cliente è in grado di confermare di essere stato contattato dall’ex dipendente ricevendo delle proposte scorrettamente concorrenziali, la sua testimonianza può senz’altro avere un forte peso in sede giudiziale.
Quali azioni si possono compiere per difendersi da questa minaccia?
A livello giuridico, le azioni che una società può compiere per tutelarsi dalla concorrenza sleale dipendente dimissionario, o comunque del dipendente o collaboratore che ha concluso i suoi rapporti con l’azienda, sono fondamentalmente di due tipologie, le quali possono assolutamente convivere.
Da un lato, infatti, l’azienda può intentare una causa finalizzata all’ottenimento di un risarcimento del danno subito, dall’altro può richiedere dei provvedimenti d’urgenza finalizzati ad interrompere immediatamente la concorrenza illecita che l’ex dipendente o ex collaboratore sta ponendo in essere.
Le fattispecie in questione, come si può intuire, sono variegate e piuttosto complesse, di conseguenza è fondamentale che l’azienda si faccia affiancare da un legale specializzato in concorrenza dell’ex dipendente che abbia già risolto con successo delle situazioni simili.
Per le aziende che operano con procedure e strumenti innovativi, le quali devono gran parte del loro business proprio alla segretezza del loro modus operandi, non può che essere un buon consiglio quello di stipulare con tutti i dipendenti ed i collaboratori degli specifici accordi di riservatezza che devono essere rispettati anche in caso di conclusione del rapporto lavorativo.