Investigazioni aziendali e controllo dipendenti

Il tema delle investigazioni aziendali è di straordinaria attualità e riguarda tutti coloro che sono operatori del lavoro, come gli imprenditori, ad esempio. La legge oggi ha trovato diversi compromessi per far sì che il diritto del datore di lavoro a che i lavoratori non si assentino per motivi non giustificati o non abusino dei permessi si incontri con quello, dei lavoratori, alla tutela della privacy e della vita privata.
Le norme e la giurisprudenza in tema di investigazioni aziendali e di controllo dei dipendenti sono davvero fitte e non è sempre facile per un imprenditore capire quali sono i limiti del suo operare, per tenere sotto controllo la vita aziendale.
Cerchiamo di capire quali sono i limiti delle investigazioni aziendali e del controllo dipendenti, ed in quale modo il datore di lavoro può usufruire anche del contributo spesso necessario di investigatori privati.
In che consiste il controllo lavoratori?
Il datore di lavoro può effettuare le investigazioni aziendali nel caso in cui sospetti o abbia anche prove del fatto che un lavoratore stia portando avanti delle condotte illecite, legate al rapporto di lavoro, che lo danneggiano, come è dettagliatamente spiegato sul blog di settore www.investigazioniaziendali.agency. Pensiamo al caso in cui il datore di lavoro abbia motivo di sospettare che i lavoratori si assentino dall’attività per malattia, quando invece approfittano della malattia retribuita per fare ferie, oppure che abusino dei permessi ex legge 104. Oppure al caso in cui sospetti che un dipendente utilizza l’auto di servizio per fare la spesa.
I controlli effettuati al di fuori dell’attività del lavoro sono leciti solo se fatti in luoghi pubblici (non è possibile spiare il dipendente in casa) e per fatti che siano estranei all’attività di lavoro.
Quando il controllo lavoratori è vietato
In quali casi è vietato poter ricorrere al controllo lavoratori? Solo per fare qualche esempio, il datore di lavoro non può ricorrere a sistemi di controllo a distanza dei lavoratori. La presenza in azienda di telecamere e sistemi di controllo è valida solamente nel caso in cui ci sia un accordo con i sindacati, e solo per la tutela del patrimonio aziendale (evitare danneggiamenti, furti) oppure per motivi di sicurezza sul lavoro (rischio incendi e via dicendo) e non per controllare se e come i lavoratori stanno svolgendo l’attività.
In ogni caso in cui si abbia un dubbio è bene rivolgersi ad un investigatore privato professionista o ad un legale del lavoro, per avere certezza di tutelare l’azienda senza però esporsi al rischio di non poter usare le prove raccolte perché ledono la privacy del lavoratore o perché attinenti a controlli che non erano permessi dalla legge vigente.
Investigatori privati: quando usufruirne?
Secondo la Cassazione, il controllo dei lavoratori da parte del datore di lavoro deve essere collegato sempre ad eventuali, sospetti atti illeciti commessi al lavoratore.
Il datore di lavoro può quindi usufruire del supporto di un’agenzia investigativa in caso debba verificare il comportamento del lavoratore laddove sospetti che sia in corso un illecito, oppure ipotizzi che si stiano perpetrando degli atti illeciti.
Il controllo al di fuori dell’orario di lavoro è legittimo, secondo le sentenze di Cassazione, nel caso di una fonte di danno per il datore di lavoro. Il caso è abbastanza semplice: si pensi all’ipotesi in cui il datore di lavoro sospetti che il dipendente utilizza in modo improprio i permessi per la legge 104 o altre tipologie di permessi. Secondo la giurisprudenza, un investigatore privato non sta ledendo la privacy dei dipendenti nel caso in cui si apposti al di fuori dei locali aziendali per controllare chi si allontana senza permesso dal luogo di lavoro prima della fine dell’attività lavorativa, e per vedere dove si reca.